La
favola e la fiaba sono generi classici e contemporanei: sono nati nella cultura
orale dell’antichità (con Esopo, Fedro e
le narrazioni popolari), sono diventati opere letterarie in epoche differenti
(la fiabomania nasce con Charles Perrault alla fine del XVII secolo), hanno
meritato l’attenzione teorica di scrittori importanti (il tedesco Lessing nel
XVIII secolo, l’italiano Gianni Rodari nel XX secolo), e continuano oggi a
essere riscritte e create, con intrecci e personaggi che parlano a lettori di
ogni età in un mondo sempre più complesso. Il presente lavoro si interroga sul
successo plurisecolare di narrazioni che usano soprattutto gli animali e gli
oggetti per parlare di donne e uomini, bambine e bambini, e che stimolano e
soddisfano alcune abilità cognitive utili alla sopravvivenza: blending, mind reading, empatia, immersione, embodiment. Nella convinzione, già espressa dallo psicologo Jerome
Bruner qualche decennio fa e oggi sviluppata dai narratologi, che la
letteratura svolga una funzione essenziale per comprendere e ordinare
l’esperienza, conoscere i propri simili e ipotizzare un mondo migliore.
INDICE
Rodler Lucia
Lucia Rodler insegna “Letteratura,
pregiudizi e stereotipi” e “Retorica e scrittura” nel Dipartimento di
Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia la tradizione
della fisiognomica e della favola e si occupa di convergenze tra letteratura e
scienza. Tra i suoi lavori: Goffredo Parise.
I sentimenti elementari (Roma, Carocci, 2016), Leggere
il corpo. Dalla fisiognomica alle neuroscienze, (Bologna, Archetipolibri,
2009), La favola (Roma, Carocci,
2007), oltre alla curatela di C. Lombroso, L’uomo
delinquente studiato in rapporto all’antropologia, alla medicina legale ed alle
discipline carcerarie (Bologna, il Mulino, 2011).