Ri-tornare pratiche etnografiche tra comunità e patrimoni culturali
“Ri-tornare” come ringraziamento e domanda che rilancia e
rinvia a nuove interlocuzioni. C’è nella circolarità delle etnografie un patto
che si rinnova sempre e che permette la realizzazione di quella intimità
etnografica necessaria al dischiudersi nell’incontro e alla mutua comprensione.
Ma ad un ritornare come “restituzione”, come dono e confronto, oggi nel lavoro
etnografico si affianca un ritornare diverso, che non presuppone più una
iniziale separazione che si può ricomporre nell’unità (o circolarità) del
confronto, ma nasce da una “condivisione”, di prospettive, di progetto. Un
guardare (e un agire) “insieme”, un processo che è ancor più visibile nel campo
dei patrimoni culturali dove assistiamo ad un nuovo protagonismo di territori e
soggetti locali. I saggi raccolti nel volume partono da questo mutamento di
prospettiva che caratterizza l’antropologia dei patrimoni culturali, materiali
e immateriali, dalla restituzione alla condivisione; essi partono da campi,
approcci e metodologie talora diversi, ma tutti si interrogano in merito alla
circolarità del lavoro etnografico, pensando alla interpretazione e alla
scrittura dei dati individuati sul campo come risultato pubblico atteso del
mestiere di antropologo, come dono circolare dell’incontro tra mondi, ma anche
come impegno, engagement con comunità e istituzioni locali frutto di
investimenti professionali o di natura etica. Dinamica e ambivalente è la
relazione che sempre si tesse nei campi etnografici e che rappresenta oggi sia
un’occasione di sguardo auto-riflessivo per gli studi demoetnoantropologici,
che un banco di prova per l’antropologia applicata, la deontologia e la postura
del ricercatore, la pertinenza e l’incidenza del ruolo dell’antropologia nei
territori e presso le comunità impegnate nella relazione etnografica.
INDICE
Ballacchino Katia
Università degli Studi di Salerno.
Insegna Discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Studi
Politici e Sociali dell’Università degli Studi di Salerno e Metodologia della
ricerca applicata ai Beni DEA presso la Scuola di Specializzazione in Beni
demoetnoantropologici della Sapienza Università di Roma. Tra i suoi interessi
di ricerca, che si concentrano nel centro-sud dell’Italia, ma non solo:
etnografia del patrimonio culturale immateriale, politiche dell’identità,
processi di patrimonializzazione, processi partecipativi, sistemi rituali e
festivi e loro mutamenti, migrazioni e dislocazioni.
Bindi Letizia
Università degli Studi del Molise.
Discipline demoetnoantropologiche presso l’Università degli Studi del Molise.
Si occupa di beni culturali immateriali, sistemi festivi e cerimoniali,
patrimonio bio-culturale e relazioni uomo-animale. Si è formata a Roma
‘Sapienza’, Parigi ‘EHESS’ e US ‘Johns Hopkins University’. Dirige il Centro
Interdipartimentale di Ricerca ‘BIOCULT’ dell’Università del Molise. Nel quadro
di questa attività ha concentrato recentemente la sua attenzione anche sui temi
del pastoralismo e della transumanza in chiave patrimoniale e
multidisciplinare.
Broccolini Alessandra
Sapienza Università di Roma. Insegna Discipline
demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
dell’Università Sapienza di Roma. Insegna anche Antropologia del Patrimonio per
la Scuola di Specializzazione in Beni demoetnoantro-pologici de La Sapienza ed
è presidente dal 2016 dell’Associazione SIMBDEA (Società Italiana per la
Museografia e i Beni demoetnoantropologici). Si occupa di antropologia dei
patrimoni culturali, patrimonio immateriale, rituali e dimensioni festive,
saperi e biodiversità, ecomusei, antropologia urbana, partecipazione,
etnografia.