Di Dante sappiamo davvero tanto se non tutto, specie dopo un
intero anno di celebrazioni e pubblicazioni per il centenario della sua morte
(1321). Eppure molto ancora ci intriga nel profondo: cosa lega davvero Dante a
quella lunga stagione medievale che oggi ci affascina in modo così pervasivo?
Il percorso qui proposto vuole perciò condurci verso aspetti non scontati di
Dante e dell’epoca in cui è vissuto, aspetti che ci parlano e ci assillano
anche nel nostro presente e nella molteplicità del nostro immaginario che è
profondamente legato a Dante, come il libro vuole dimostrare. Dante è una sorta
di “mago” evocatore (come Merlino) di mondi infiniti, capace di rapirci negli
abissi per poi esaltarci in una visione celeste quasi in gara con le
“immaginazioni” della fisica quantistica. Cantore della pluralità di mondi
dentro di noi e fuori di noi, Dante è giustamente fiero e indomito, simbolo di
una ricerca inesausta di libertà, la libertà che i grandi poeti e narratori
(come tutti gli artisti) sanno definire come propria cifra e che nessuno potrà
mai sottrarre né a loro né a noi appassionati lettori.
INDICE
Anselmi Gian Mario
E’ professore ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Bologna, del cui Dipartimento di Filologia classica e Italianistica è direttore. È tra i maggiori studiosi di Machiavelli, di Rinascimento, di storiografia umanistica nonché di ricezione del Rinascimento nella cultura moderna. Dirige importanti collane e riviste ed è stato fra i collaboratori della Letteratura italiana Einaudi. Suoi studi sono tradotti in varie lingue.